Negli ultimi 10 anni i disturbi dell’apprendimento degli studenti italiani sono aumentati del 357%, i casi di disgrafia del 163%. Le prove Invalsi del 2023 hanno certificato che la metà dei ragazzi al termine delle scuole secondarie fatica a comprendere ciò che legge, mentre un’indagine della commissione Istruzione del Senato ha messo in relazione l’uso degli smartphone col progressivo deterioramento delle facoltà mentali dei più giovani. Luigi Einaudi riteneva che una società è sana quando ciascuna persona è messa nelle condizioni di sviluppare al massimo le proprie potenzialità. Accade il contrario. Tutti gli indicatori ci dicono che il quoziente di intelligenza, la soglia di attenzione, lo spirito critico e le conoscenze delle nuove generazioni sono in drastico e costante calo.
La Fondazione Luigi Einaudi ha perciò deciso di costituire un Osservatorio permanente Carta, Penna & Digitale aperto al contributo dei principali esperti e operatori del settore che, attraverso un Comitato scientifico designato ad hoc, sviluppi una costante attività di analisi, ricerca e sensibilizzazione sull’imprescindibilità della lettura su carta e della scrittura a mano e sulla ricerca di una giusta ed efficace dieta mediatica che includa prodotti di carta e prodotti digitali, ciascuno in funzione del valore che è in grado di esprimere. Lo dobbiamo alla nostra civiltà; lo dobbiamo al futuro dei nostri figli e, di conseguenza, della nostra Italia.
Per essere efficace nella sua azione, la Fondazione Luigi Einaudi desidera che l’Osservatorio:
• sia aperto alla società civile e capace di coinvolgere i soggetti economici e culturali (imprese, associazioni, enti e fondazioni) interessati al perseguimento dei fini costitutivi;
• si doti di un Comitato scientifico, espressione delle migliori competenze, anche sfruttando le professionalità messe a disposizione dai soggetti che aderiranno all’Osservatorio.
Per fissare un principio e indicare un limite concreto all’entusiastica pervasività della tecnologia digitale, lo scorso 18 luglio la Fondazione Luigi Einaudi ha presentato in Senato uno studio che, compendiando le principali ricerche scientifiche internazionali, ha dimostrato il valore imprescindibile della scrittura a mano e della lettura su carta: perdere queste consuetudini significherebbe compromettere il pensiero logico-lineare, impoverire il linguaggio, limitare la conoscenza, fiaccare la memoria. Un danno per la persona, un danno per la società. Da un punto di vista ambientale, inoltre, la carta ha origine naturale, è rinnovabile ed è il materiale più riciclato. Grazie alla circolarità, la carta, prima di altri, ha sviluppato un percorso di sostenibilità non paragonabile a quello del digitale, di cui ancora poco si indagano gli effetti sull’ambiente.
Concludendo i nostri lavori, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha detto che “nel sistema scolastico, la lettura su carta e la scrittura a mano sono insostituibili”. Affermazione necessaria, ma non sufficiente.
La digitalizzazione della società è un processo pervasivo in piena accelerazione che va studiato anche nei suoi effetti preterintenzionali e governato di conseguenza. Occorre trovare un punto di equilibrio tra “vecchio” e “nuovo” mondo. L’Osservatorio dovrà:
“Carta e penna non vanno toccate, anzi: il loro uso nelle scuole andrebbe potenziato come compensazione naturale aI danno che l’abuso di digitale provoca alla mente dei più giovani”, così il Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi Andrea Cangini al convegno organizzato l’11 luglio alla Camera di deputati da Alberto Bagnai e inaugurato dall’intervento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il quale ha meritoriamente annunciato il bando degli smartphone dalle classi e il ripristino del diario cartaceo per segnare i compiti. Ecco il video di alcuni passaggi della relazione del Ministro e dell’intervento di Andrea Cangini.